Come interagire con chi non conosciamo ma vogliamo fotografare? E come raccontare le loro storie, rappresentare le loro identità ed entrare in intimità con loro? Questo workshop getta le basi pratiche e teoriche di cosa vuol dire fare un grande ritratto, rivoluzionando completamente le tecniche base e spingendo i partecipanti a mettersi in gioco, superando limiti e reticenze nell’incontro con un estraneo.
Il primo giorno inizierà con una vivace lezione teorica sul ritratto con molti esempi (Alec Soth, Dana Lixemberg, Richard Renaldi, Greg Miller, Katy Grannan etc.) che renderanno evidenti agli alunni le diverse tecniche fotografiche impiegabili nel fare un ritratto. La tutor spiegherà nel dettaglio i propri segreti del mestiere di ritrattista. Durante il pomeriggio ci sarà una esercitazione pratica, e verrà dato un compito da consegnare la mattina dopo.
Il secondo giorno verranno analizzate le strategie e i possibili modi di approccio e coinvolgimento degli altri (sconosciuti o possibili soggetti di un documentario). Si discuterà inoltre delle idee e delle storie che vogliamo raccontare, così come dell’intimità che possiamo costruire con i nostri soggetti.
Ogni tematica verrà illustrata come punto di partenza e gli studenti saranno incoraggiati a riflettere e discutere tra loro secondo la strategia dell’insegnamento attivo.
La parte sperimentale è considerata un’aspetto importante del workshop: ci saranno due intense esercitazione pratiche assistite dal tutor, con lo scopo di costruire immagini significative acquisendo sicurezza nell’approcciare l’altro. Gli studenti dovranno lavorare da soli e in gruppo, mettendo in pratica quanto appreso a livello teorico.
Aperto a tutti quei fotografi che desiderano avventurarsi nella vita degli altri per creare ritratti, ma non si sentono a loro agio o non sanno come.
I partecipanti si presenteranno al workshop con tre immagini. Non deve essere un portfolio, nè un lavoro coerente, ma devono essere ritratti. Lo scopo è quello di capire la personalità, le tecniche, gli sbagli e i punti di forza di ogni singolo partecipante. Le foto devono essere stampate. Si consiglia di non utilizzare photoshop ma di mostrare lo scatto come eseguito in macchina. La conversione in bianco e nero è concessa se decisa prima ancora di eseguire il ritratto. Se il partecipante non ha mai fatto ritratti, può tentare di eseguirne qualcuno apposta per il workshop.
L’attrezzatura necessaria è: bloc notes e penna, treppiede, macchina fotografica digitale con massimo due obiettivi, una fonte di luce con cui il partecipante ha dimestichezza (flash, torcia, LED…) .
Giulia Bianchi è una fotografa interessata ai temi della spiritualità e del femminismo. Da quattro anni lavora ad un progetto sul sacerdozio femminile proibito nella chiesa cattolica.
Ha insegnato documentaristica all’ICP di New York, a Londra, e a Camera Torino. Attualmente insegna a Officine Fotografiche Milano e gestisce un programma di sua creazione chiamato Foto e Spirito.
Ha lavorato con National Geographic, TIME, The Guardian, Internazionale, Espresso, Famiglia Cristiana, etc. ed esposto il suo lavoro in Italia e all’estero.
Rimini (IT)
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